Il penultimo capo indiano

Acquisto rubli, me ne bastano pochi, cento euro, una volta tanto voglio essere previdente nel caso debba attaccarmi alla canna del gas. 
Non avrei mai creduto che la storia in diretta mi facesse patire così tanto, che l'Italia soprattutto - lo Stato, le istituzioni, i partiti, i giornali, il mondo della cultura ufficiale - riuscisse a diventarmi così schifa e intollerabile. Io non mi sento italiano in quel senso lì, in quella appartenenza lì. Senza purtroppo e senza fortuna lo sono. Ma lo sono in quanto nativo, e basta. E cerco una riserva.
Ma come si fa, com'è possibile che il mondo delle relazioni umane, dei rapporti politici ed economici sia pressoché interamente gestito da folli testedicazzo senza un minimo di senso di umana compassione e benevolenza per i propri simili che dicono mamma, babbo, vaffanculo? 
Domande inutili. Occorre disobbedire. In questo momento è l'unica azione che ritengo possibile. Il problema è che dovrebbero cominciare a disobbedire là dove la disobbedienza provocherebbe non dico un deragliamento (in questo momento non oso sperare tanto), ma almeno un rallentamento della macchina lanciata verso la catastrofe. 

Domanda ingenua: perché la propaganda hollywoodiana, riguardo alla situazione di conflittualità e di rischio bellico mondiale, non produce film preventivi, ad esempio un rifacimento di The Day After?
Anche se all'epoca, molti intellettuali ritennero che quel film non fosse altro che una metafora di quello che sarebbe accaduto agli Stati Uniti dinnanzi all'invasione commerciale dei prodotti made in Japan e al conflitto conseguente con la nazione del Sol Levante... E vabbè, sbagliarono paese d'Oriente, ma come sostiene Olympe de Gouges, la vera causa della crisi in corso, oltre che alla crisi sistemica del sistema economico e produttivo capitalistico, è dovuta a uno scontro tra imperi.